Kapustin, from Ucraina with Jazz

 

Nikolai Kapustin

Nikolai Kapustin

Nell’ambito della musica per solo piano di carattere contemporaneo (per come io intendo il termine) non posso esimermi dallo scrivere a proposito del grande Nikolai Kapustin, musicista ucraino classe 1937, un pianista di solida formazione classica e innamorato del jazz, che nella sua musica scritta secondo canoni e forme classiche (Sonate, Suites, Studi) riesce a inserire stilemi e linguaggio tendenzialmente inusuali al fatto di essere scritti. In sostanza, Kapustin rende disponibile soprattutto ai pianisti di estrazione classica acerbi in tale linguaggio, possibilmente “virtuosi” per via della difficoltà delle sue composizioni, un repertorio di brani marcatamente jazzistici, che sono integralmente scritti in questo stile o contengono episodi che sembrebbero essere consuete parti improvvisate degli standard jazz, o vere e proprie libere improvvisazioni. Come anche la pagina biografica sull’autore sottolinea, Kapustin non si ritiene un vero improvvisatore ma nella sua scrittura cerca di affinare l’improvvisazione cercando di renderla al meglio, una sorta di improvvisazione pensata che forse toglie spontaneità e snatura il concetto proprio di improvvisazione. Ma in fondo questo discorso apre diversi interrogativi e riflessioni, perché è pur vero che gran parte del repertorio scritto altro non è che l’affinamento di quelle che in origine erano improvvisazioni, alcune grandi pagine del passato chiamate appunto “Improvvisi”, ricordando quindi Schubert e Chopin, erano pagine create in modo più o meno estemporaneo e poi fissate su carta, resta poi da vedere se appunto questo avvenne con un’ottica il più possibile mirata alla perfezione stilistica o invece con l’intento di preservare l’intenzione iniziale  al momento della prima ispirazione. Il jazz nacque invece in quanto forma musicale non scritta, puramente supportata dalla nascente industria fonografica e discografica, è ovvio che poi con l’avanzare del tempo si sia arrivati a questi approcci in qualche modo contrastanti, ma è pur vero che come sempre, la musica scritta si preserva e viene perpetuata dagli esecutori, il mondo classico non ha grandi possibilità di esprimersi con questo linguaggio a lungo sottovalutato dalla tradizione europea, e quindi le pagine di autori come Kapustin ben vengano, anche se purtroppo ancora poco note ed eseguite. Personalmente, alcune sue pagine le apprezzo molto e sono state davvero una piacevole scoperta.
Come ascolto posso consigliare il bel cd di Marc-Andrè Hamelin “Nikolai Kapustin: Piano music”, mentre su YouTube potrete trovare, almeno al momento in cui scrivo queste righe, un paio di composizioni eseguite direttamente dall’autore, e altre belle esecuzioni, come ad esempio questa “Toccatina op.40”, una delle sue composizioni più note, eseguite da Shan-Shan Sun.

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