One Fantasy

Le registrazioni continuano, in sedute assolutamente non preparate e talvolta neppure previste. Ho ascoltato oggi, dopo 2 settimane dalla loro registrazione, le cose registrate lo scorso 12 Gennaio, e ne propongo la parte finale, quella più svincolata dalla ricerca di un tema preciso da sviluppare, e anche libera di partire da una sorta di meditativo iniziale che sfocia dopo 5 minuti in un finale jazz piuttosto movimentato!
Ci provo a lasciare i commenti aperti per questo articolo, sperando che i simpatici robot-spam che mi perseguitano almeno una volta mi lascino stare…scrivete il vostro commento!

Johs scrive:

Ciao Nicola, non mi viene nulla da dire, forse perché la musica non dice nulla. Attenzione, non dico che tu non sia musicale, ma queste improvvisazioni ad libitum così si fanno per se stessi, ci si lascia trasportare dalle mani che vanno come si sa dove sono abituate ad andare. Anch’io le facevo da bambino e ragazzo, poi cominciai gli studi di composizione e mi resi conto che sono stati di rapporto con lo strumento molto autoreferenziali, un po’ masturbatori, dove la percezione del tempo di chi suona tra l’altro non c’entra via via più nulla con quella di chi ascolta e nascono equivoci insopportabili. Se suoni per un ascoltatore o ancora più se scrivi, devi scegliere, prendere posizione stilisticamente, selezionare un tuo vocabolario, avere cose da dire e far cadere le note inutili sotto il tavolo, come diceva Brahms, avendo il controllo sulla forma complessiva di un pezzo, dall’inizio alla fine. Devi insomma costruire un “testo”, cioè un’opera con la sua drammaturgia, la sua forza espressiva e coerenza. Questi minuti di cascate di note, non “dicono”, sono piacevoli per chi suona, ma inespressive per chi ascolta. Possono essere utili per tirar fuori spunti, soluzioni armoniche, gestuali, timbri, ritmi, ma poi ci vuole altro, ci vuole costruzione, “composizione”, cioè gli elementi si con-pongono, trovano una posizione in una rete di relazioni tra di loro, in un progetto. Ho visto e sentito le cose che hai scritto. Secondo me c’è ancora da fare, ma del resto c’è da fare fino alla fine. Verdi scrisse il Falstaff dopo gli ottant’anni. Fossi in te mi porrei il problema della competenza compositiva. Si tratta di una questione che annichilisce, ma per diventare artisti bisogna superare la dimensione artigianale, amatoriale, e non basta lasciare andare le mani guardando nel vuoto, magari con i capelli spettinati, come si crede in Italia debbano essere gli artisti. L’arte è un’altra cosa. L’arte è progetto, atto di volontà e conoscenza, confluenza di estro e tecnica, magistero, studio, sofferenza, emozione e ragione. Technè la chiamavano i greci.
Insomma, sei all’inizio ancora, ma se vuoi puoi scavare. Bello il sito.
14/07/07 20:00:05

gabriella scrive:

la tua musica fà sognare!!!!!!!!gabriella…
puoi farmi avere lo spartito per piano di solo per te dei negramaro?…grazie…bacione…
11/09/07 19:04:04

Romàn Gòmez scrive:

Bello!grazie in nome della comunità musicale per la trascrizione del brano di Aziza Mustafa Zadeh,secondo me la miglior pianista jazz di tutti i tempi.
In bocca al lupo!
R
15/09/07 15:40:31

nicola scrive:

Innanzitutto vorrei rispondere a Johs. Non ho scritto subito a luglio perché il discorso è oggettivamente lungo. Qui si parla di ricerca sull’improvvisazione, che io bado comunque sempre che non cada nelle note che “si è abituati a suonare”, è anzi la diversità sempre presente nelle melodie e armonie che improvviso ad essere un mio piccolo vanto. Se poi mi accorgessi di ripetermi, non credo proporrei all’ascolto il risultato delle mie registrazioni.
Conosco anche quelli che sono gli elementi di una buona composizione che rimane incastonata nel tempo, formalmente ineccepibile e che difficilmente è il frutto di una sola improvvisazione. Forse improvvisando si possono gettare le buone basi di ciò che può diventare una buona composizione, una volta smussata di ciò che è inutile, e ben arrangiata, ma appunto, la creazione estemporanea è un’altra cosa, che poi non si propone come fine ultimo la completa fruizione da parte del pubblico, non sarà mai uno spartito, ma comunque un momento, si spera, di piacere per chi ascolta.
Non veniamoci poi a raccontare troppe elucubrazioni mentali, perché hai esordito dicendo che la musica non dice nulla, io invece non sono per niente d’accordo, è anzi un linguaggio universale e sublime che può dire più di milioni di parole.
Accetto volentieri critiche ed osservazioni, so di non proporre musica sconvolgente ed innovativa (e vorrei sapere che ci riesce oggi come oggi) però dopo avere letto come sentenza finale di essere all’inizio e di poter scavare ancora (ma questo lo so, mai si finisce di migliorarsi), mi piacerebbe anche sentire la produzione di chi mi ha dedicato parte del suo tempo scrivendomi, e, perché no, magari anche l’identità
29/10/07 00:00:50

nicola scrive:

Grazie Roman! Io continuo a trascrivere la musica di Aziza, anche se devo dedicarmi alla mia e a diverse altre trascrizioni. Non è tanto una brava pianista jazz, quanto una maestra della contaminazione di stili e generi. Cultura e abilità nel trattare le forme classiche, nell’uso della voce, nell’improvvisazione al piano. Una delle più grandi pianiste, e soprattutto compositrici viventi.
29/10/07 00:07:14

Germano Bonaveri. scrive:

Ciao Nicola.
Intanto complimenti per il sito in generale. Poi complimenti davvero per la tua musica, sinceramente. Aggiungo che il tuo sito e’ davvero interessante, ed il fatto che tu non l’abbia “pubblicizzato” in questo anno che abbiamo lavorato assieme mi da la misura della umana modestia che ti accompagna, quindi della sincera passione che dedichi alla musica stessa.
Fiero di lavorare con te,
20/01/08 09:37:29

andri scrive:

mi puoi dare lo spartito PER PIANOFORTE di a te???
grazie in anticipo
20/04/08 11:46:19

andri scrive:

ah… a te di jovanotti, ma questo e scontato
20/04/08 11:47:04

Daniela scrive:

Bellissimo brano, non sono una musicista ma ascolto musica e trovo che sia un bel pezzo raffinato…
13/06/08 17:52:56

Johs scrive:

Scusa la latitanza, sono passato alcune volte senza vedere risposte e ho pensato non l’avresti più fatto, comprensibilmente infastidito dal mio tono un po’ censorio, che ammetto, ma preferisco la franchezza. L’arte non è fatta per le adulazioni o le diplomazie di circostanza, ma per le scelte coraggiose, coerenti e “motivate”. Non a caso semanticamente un “motivo” musicale si chiama così. Se non c’è “motivo” o capacità di scriverlo, inutile insistere, non ne uscirà mai un motivo, né nel senso della frase musicale, né della motivazione ad essa sottesa e di essa sensato presupposto solo se urgente scaturigine. E di note prive di motivo (in senso lato, non della mera melodia tonale), non c’è necessità, quindi, appunto, inutile scriverle o emetterle suonando, se non a proprio uso artigianale, come quando si fa la punta a una matita prima di usarla in ore di ricerca sudata ed etica. La musica deve dire eccome. Mi hai frainteso. Non mi riferivo alla musica in quanto disciplina nel mio incipit, ma alla tua improvvisazione ascoltata. Non “dice”. Se non c’è costrutto non c’è significanza. L’arte è sviluppo di elementi, non giustapposizione, composizione appunto. L’opera deve acquisire autonomia concreta, reale, nel segno e nella fonè, non restare il simulacro risonante incompiutamente abbozzato al di fuori di sé di una immagine che si rimugina intimamente emozionandosene ego-centricamente. Se analizzi le opere dei grandi (Brahms è esemplare in ciò) sono uno stupefacente esempio di sviluppo di grandi monumentali architetture da pochi elementi fondanti dai quali vengono estratte tutte le potenzialità significanti per il fine dell’opera. Vorrei precisare comunque che non ho fatto una critica tout court a te e alla tua musicalità, che invece si percepisce, ma all’improvvisazione affrontata in questo modo, rapsodico, involuto e vagolante, o vuotamente rarefatto (perché non sintetico) alla quale attribuisco le critiche che non riscrivo per brevità e che rivolgo anche a me stesso relativamente alla fase in cui mi ci divertivo anch’io, e nella quale le ho anche inflitte a qualche malcapitato/a. Facevo un discorso da musicista a musicista, esprimendo un consiglio-riflessione sull’utilità o meno di un “modo” di attività di tal genere, ravvisando i limiti che ti dicevo negli esiti che ho potuto ascoltare nelle tue incisioni. Posso assicurarti che non sto cercando di “raccontarti” nessun genere di elucubrazione. I miei pareri e giudizi sono frutto di un duro e lungo percorso e le cose che dico derivano da cognizioni di causa ho ragione di ritenere non così frequenti nel devastato panorama musicale italiano, d’altra parte dovresti percepirlo semplicemente valutando ciò che dico, senza stare sulla peraltro comprensibile difensiva risentita verso chi ti ha criticato in modo diretto. Ma quante volte in una classe di composizione ti vedi fare i segnacci su quattro battute che hai riscritto cento volte da un grande maestro che cerca di portarti sulla giusta strada, e soffri come un vitello al macello come se cancellandoti quel do diesis ti amputasse un arto. Io non mi considero un grande maestro, ma ho avuto il privilegio di averne. Senza rancore. Quanto alla mia identità, è inutile qui, ciò che contano sono le idee. Anche perché io… non esisto.
14/06/08 17:26:21

scendidalpero.splinder.com scrive:

ciao nicola, mi sono imbattuta nel tuo sito per caso… complimenti!!!!
sono davvero stupita della generosità con la quale condividi il tuo lavoro di trascrizione con altri musicisti… è davvero bello!
io sono una flautista, che sta passando (senza non poche difficoltà) al sax.
così adesso faccio anche pianoforte complementare. mi piacerebbe tanto avere lo spartito dei negramaro, è possibile?
grazie mille emy.

la mail è scendidalpero@gmail.com

(ah, se hai facebook mi aggiungeresti agli amici? il mio nome è papera assassina)

11/11/09 19:35:28
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