Billy Joel & Bryan Adams al Telecomcerto 2006

Roma, 31 luglio 2006. Come ogni anno Roma è stata protagonista di un altro concerto-evento. Dopo McCartney, Simon & Garfunkel, Elton John, ecco arrivare altri due mostri sacri della musica mondiale, Bryan Adams e Billy Joel. Da tutti ribattezzati “la strana coppia”, in verità sul palco come coppia si sono incrociati soltanto per due pezzi alla fine del bellissimo concerto, di cui il vero mattatore è stato, come era prevedibile fin dalle premesse, Il grande Joel. C’era forse anche nella stessa organizzazione un po’ di perplessità nel proporre al pubblico italiano sì un grande artista di fama mondiale con più di 100 milioni di dischi venduti all’attivo, ma assente dal mercato da oltre dieci anni, ma chi ha scommesso su questa serata è stato vincitore.
Grande trascinatore è stato Adams nella prima ora di concerto con i suoi pezzi rock che ci hanno accompagnato tra gli anni 80 e 90, ma Billy, di cui come forse saprete sono un grande estimatore, ha dato una notevole lezione di stile e ha dimostrato di avere passione ed energia inesauribile, ammirevole per un un cinquantasettenne che non ha ancora perso il piacere di proporre le sue belle canzoni.
Ma se ne sto parlando qui sul mio sito è perché io c’ero!

Ebbene sì, dopo un concerto del duo Simon & Garfunkel nel 2004 sentito un po’ malamente perché ero arrivato in ritardo, questa volta sono riuscito a raggiungere le seconde posizioni, ad un centinaio di metri dal palco, ma sufficienti per godere appieno del suono, delle luci del palco mescolate ai bei giochi di luce offerti dal Colosseo. Con dei vicini scalmanati quali dei giovani canadesi ad alto tasso alcolico, era inevitabile che questi cantassero a piena voce le canzoni del loro idolo nazionale Adams, per poi zittirsi o quasi quando è stata la volta di Joel. Io di lui conosco a memoria tutte le canzoni o quasi, ma è stato divertente notare che i ragazzi giovani, che erano la maggioranza, sono stati pronti a gridare quando è stato il momento di “Uptown Girl”, riportata al successo dalla Boyband dei Westlife un paio di anni fa,o della relativamente recente “The River Of Dreams”, e, “Honesty” e “Just the Way You Are” a parte (chi non le conosce??), una certa parte del pubblico italiano ha riconosciuto subito “This Is The Time” come sigla di una Soap Opera che da oltre un decennio allieta i pomeriggi di Rete 4. Indipendentemente dal notare chi attorno a me sapeva le canzoni o no, devo dire che il vecchio “Zio Billy” è ancora un grande performer, dotato di una voce in grado di sostenere 2 ore e oltre di musica di grande livello, anche se la sua voce è diversa da quella dei tempi migliori. Dopo l’inizio un po’ rovinato dallo sconcertante errore tecnico dei fonici (il pianoforte è scomparso completamente), il concerto si è via via incanalato verso una dimensione perfetta ed emozionante. Tra le tante cose sentite, vorrei citare in particolare una grandissima “Zanzibar” che non avevo mai sentito dal vivo, arricchita dalla presenza di un trombettista che ha ricalcato lo storico assolo di Freddie Hubbard nel disco “52nd street” , ed una intensa e commovente “Scenes from an Italian Restaurant”. I due grandi hanno duettato come ho detto in due brani, uno di Joel (You May Be Right) e uno di Adams (Cuts like A knife), prima del bis di Joel acclamato a gran voce da tutta l’immensa platea: una “Piano Man” davvero indimenticabile, come tutta la serata. Un grazie di cuore a chi ha avuto il coraggio di scommetterci ed ora sa di avere avuto ragione (mamma telecom?)…e personalmente spero che Billy Joel, ispirato dai suoi recenti sold-out al Madison Square Garden e da questa grande serata romana, voglia tornare a regalare qualche nuova canzone al suo vasto pubblico. E altrettanto mi auguro che i tanti che non hanno dei dischi di Joel ma hanno dimostrato chiaramente di avere goduto di questa serata, corrano a comperare qualcosa e a dare un tocco di stile alla propria discoteca.

Una cosa non rilevata dai giornalisti: come mai Joel non ha presentato i suoi musicisti, a differenza di Adams? Strano…se lo meritavano davvero, in particolare il batterista, che non sono riuscito a riconoscere, ed il suo storico e riconoscibile sassofonista Mark Rivera, che ha sfoderato come sempre dei bellissimi assoli.

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