Da molto tempo non mi dedicavo alla scrittura o riscrittura di brani scritti da me, ad eccezione della trascrizione di “Moon Blue” di Stevie Wonder nella mia versione, le cui richieste sono state tante e da varie parti del mondo, e chi mi fa piacere essere l’unico spartito disponibile di questa canzone. Tra una trascrizione e l’altra in un paio di giorno ho realizzato lo spartito di un brano che avevo registrato nel 2004, e in pratica messo nel classico “cassetto”, una sorta di composizione istantanea, ma più curata nella forma, che non avevo mai pensato di scrivere veramente, per un po’ l’ho accantonata perché considerata troppo “easy”, allegra e semplice, un po’ distante dal mio normale approccio al pianoforte, ma del resto originariamente era pensata per essere inserita in una colonna sonora le cui musiche dovevano essere di carattere giocoso e facilmente fruibili. Proprio per questo motivo spero sia uno spartito che possa incontrare gli apprezzamenti di chi cerca questo tipo di atmosfera. In realtà mi pare sia stata poi accantonata perché le modulazioni armoniche al di là dell’esposizione del tema principale sono tante, e non è poi così semplice come sembra.
Di seguito l’audio del brano:
Approfitto di questo post per un discorso generale, un pensiero costante che mi accompagna, una sorta di “J’accuse” verso alcuni prestigiosi colleghi impegnati come me in un certo tipo di musica per pianoforte. Come forse sapete, sono convinto che chi scrive musica che può essere reinterpretata, soprattutto quando si tratta di musica pianistica, dovrebbe impegnarsi maggiormente nella sua diffusione, e non confidare nel fatto che i pianisti dotati siano in grado di trascriversi ciò che vogliono. Ahimè, non è così, la maggior parte non sanno da che parte iniziare, oppure molti altri a orecchio risuonano tanti pezzi ma non sanno come metterli su spartito. Capisco benissimo lo sforzo di riscrivere, ma pianisti italiani di rilievo come Cesare Picco, Francesco Grillo, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, non avrebbero il piacere di fare sì che la loro musica sia suonata anche da altri? Ecco, evidentemente bisognerebbe coniare un termine appropriato; li definirei “pianisti un po’ egoisti”. Da notare che non includo Stefano Bollani (difficilmente riscrivibile e reinterpretabile) e Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi che invece provvedono a pubblicare i loro spartiti più o meno regolarmente. Per quanto mi riguarda non mi soddisfa il solo fatto di creare una musica e registrarla, il completamento del tutto rimane la diffusione dello spartito, a questo mi dedicherò sempre volentieri, anche perché serva da esempio per chi non lo fa, potrei fare anche esempi tra pianisti e insegnanti che fanno tante chiacchiere ma non hanno mai diffuso un loro spartito, ma per ora mi astengo. Tra l’altro, alcuni dei nomi citati sono già state “vittime” delle mie operazioni di trascrizione, e su due di loro sono attualmente al lavoro, per puro piacere ed esercizio, non credo che alla fine ne saranno scontenti di vedere scritte le loro composizioni, anzi!
Lo spartito per ora è disponibile sia su Scribd che Issuu.
Nicola Morali – Song Without Words – sheet Music for Piano by Nicola Morali